STAGIONE 01 - CAPITOLO 04 - PRIMA PARTE

GdR

La prima sensazione che lo riportò indietro fu un forte dolore alla tempia sinistra, seguito subito dopo da un dolore alla schiena dovuto a qualcosa che sembrava conficcarsi in essa. Prima di aprire gli occhi e di tirarsi su, un suono lo raggiunse, come di gocce d'acqua che cadono. Aprì a fatica gli occhi. Quel gesto sembrò acuire il male alla tempia. Non fu sicuro di averli effettivamente aperti, in quanto, continuava ad essere tutto scuro intorno a lui. Provò a sollevarsi e scoprì di essere in una specie di gabbia, perchè sentì le sbarre tutto intorno a sè. Fu allora che si rese conto di avere anche le gambe a penzoloni. Provò ad accarezzare le sbarre per capire di che materiale fossero fatte. Legno.
 
Gli occhi iniziarono ad abituarsi al buio. Iniziò a scorgere alcuni particolari. Si trovava all'interno di una caverna, di questo era abbastanza certo, anche se non riusciva a definirne per certo i contorni irregolari. Sotto di lui sembrava esserci dell'acqua, un laghetto, una pozza questo non avrebbe saputo dirlo.

Ad ogni suo movimento corrispondeva un certo qual cigolio della gabbia. Quando l'ennesimo cigolio propagò il suo suono nella caverna Khinara udì una voce provenire da una qualche direzione.


"Ehi penso si sia svegliato. Vai ad avvisare gli altri!". La voce che aveva parlato era roca e profonda.

"Va bene, va bene, vado ad avvisare...". La risposta era stata data da una voce decisamente più squillante che in prima battuta, anche se era difficile dirlo con tutto quell'eco, sembrava di qualcuno particolarmente giovane.

"Vado a controllarlo!". Ancora la voce roca e profonda.

Passarono pochi istanti ed un bagliore altalenante illuminò un tratto della caverna, in fondo, sulla sinistra, ed iniziò ad avanzare disegnando sulle parete ombre in movimento. Era una torcia, la distinse bene, e se da un alto la luce in lontananza gli fece piacere e riempì in qualche modo il senso di solitudine che solo in quel momento capì di avere addosso, dall'altro, all'avvicinarsi, vista la completa oscurità, gli sembrò troppo luminosa per i suoi occhi ed iniziò a fargli male. Dovette portare il palmo della mano a coprire il volto e gli occhi in particolare per poter sopportare la luce della torcia che un uomo grande e grosso come un armadio reggeva in mano. Il volto barbuto, a cui il corpo corpulento apparteneva, non disse una parola e sinceratosi che Khinara fosse davvero sveglio si voltò su se stesso e se ne andò; non prima però di aver sferrato, con la mano libera, una grande manata alla gabbia sospesa che iniziò ad oscillare a destra e poi a sinistra.

Tornò l'oscurità e Khinara provò a sforzarsi di ricordare cosa fosse successo, ma non ricordava praticamente nulla. No! Un momento. Un grido. Ricordò un grido, un verso, oh sì, era il verso di un corvo. Arakhi. Chissà che fine aveva fatto il suo corvo. Passarono ancora molti istanti prima che il bagliore, la torcia, la luce intensa e l'uomo armadio tornassero.

Fu fatto uscire e poi trascinato in una grotta relativamente ampia e ben illuminata da molte torce. Ci volle diverso tempo affinché si abituasse a tutta quella luce. Nel frattempo ascoltò quello che veniva detto intorno a lui da diverse voci, maschili e femminili. La testa gli pulsava, ma lui cercava di non dare peso alla cosa.

"A me sembra un elfo

"Guarda che ti sbagli

"Ma guarda gli occhi scusa

"Stai da troppo tempo qui sotto e ormai la tua vista fa cilecca"

"Ora fate tutti silenzio e tu alzati!" a parlare era stato un ragazzo dalla faccia dura come pietra e dallo sguardo serio che fino a quel momento era rimasto, celato alla vista, in mezzo a tutti gli altri. Khinara lo distingueva ora abbastanza bene. Si accorse anche che, tutto intorno a lui, c'erano almeno una ventina di persone, all'incirca della sua età. 

"Che ci facevi al limitare del nostro territorio? Sei una spia mandata da loro?" le parole del giovane capo lo riportarono alla realtà e lo sguardo si piantò nel volto del giovane. 

"Ma cosa dici? Ma quale spia? Io non sono una spia, sono... sono un semplice viandante diretto a Lastmarch. Stavo cercando un posto per passare la notte. Ecco. Contento?"

"Parli bene la nostra lingua... elfo!"

"Non sono un elfo. Prova a ripetere quella parola e sarà l'ultima che pronuncerai!".

Uno strattone della corda che gli teneva strette mani e piedi lo fece rovinare a terra con un capitombolo piuttosto plateale.

"Non sei nella posizione per fare minacce. O mi dai una spiegazione plausibile del perchè ti trovavi a limitare del nostro territorio o la punizione per le spie è la decapitazione. Allora?". Il tono usato dal ragazzo era serio e lapidario. 

Nessuno parlava. C'era un silenzio innaturale. Solo il giovane aveva parlato. Ora Khinara doveva scegliere cosa fare.


NoN GdR

Per ora mi fermerei qui, perchè mi sembra un bel punto dove farlo. Il discorso è lasciato in sospeso, la cosa genera un poco di suspence. Nel prossimo post vedremo come e se si sbroglierà la situazione. 



Ed ora non mi resta che salutarvi e darvi appuntamento...
...al prossimo incontro!

 

Commenti

Post popolari in questo blog

STAGIONE 01 - CAPITOLO 03 - PRIMA PARTE

STAGIONE 01 - CAPITOLO 03 - TERZA PARTE

StaGiOnE 1 - CaPiToLo 6 - pRiMa PaRtE